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Convegni

La empresa del bien común.

27-28 novembre 2023

Report La empresa del bien común. Encuentro profesional con empresarios de Iberoamérica y profesores en Roma 

La empresa del bien común
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La empresa del bien común

Le due giornate di studio, il 27 e il 28, nella prestigiosa Aula Álvaro del Portillo, hanno visto dialogare docenti e imprenditori di Iberoamérica sul modo migliore per incamminarsi verso una vera “impresa del bene comune”. Il punto di vista accademico degli studiosi esperti e il punto di vista pratico di chi ha la responsabilità di generare ricchezza si sono incontrati per indicare quello che può e deve fare l’impresa per il bene comune – un insieme di iniziative in vista di un risultato comune e condiviso di sviluppo integrale e inclusivo, le quali richiedono, però, l’impegno attivo di donne e uomini d’affari che facciano proprio tale obiettivo. I docenti hanno esposto il frutto dei propri studi sulla persona e il bene comune, senza tralasciare esperienze pratiche di formazione e condivisione, mentre gli imprenditori hanno riportato le loro esperienze di grande o piccola scala nate da quest’impegno. Si è inteso limitare il numero di partecipanti (comunque risultato superiore alla cinquantina), selezionandoli tramite invito, per permettere un confronto più proficuo tra i presenti.

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Inoltre, il convegno ha inteso evidenziare al massimo il valore aggiunto di Roma, caput mundi, quadro unico per la cristianità, sede del papa e centro del cattolicesimo.

Il primo giorno, ha inaugurato le attività, moderate dal reverendo professor Mendoza, il presidente nazionale di Coparmex (la Confindustria in Messico) José Medina Mora, con un intervento su come l’impresa può costruire per uno sviluppo inclusivo (di cui ha auspicato che si occupi anche Davos), in particolare a favore della pace, investendo in formazione e aiutando a superare la povertà educativa, e su come hanno personalmente lavorato in questi cinque anni per raccogliere l’invito di papa Francesco; ha precisato di aver fatto propria l’idea del prof. Mendoza che l’impresa sono le persone. A seguire, il professor Rafael Domingo (Universidad de Navarra, Madrid) ha presentato la propria teoria della «espiritualización» della società, mettendo in relazione ciascun elemento della triade spirituale amore – comunione – dono propria in particolare dello Spirito Santo con quello rispettivo nella triade dell’impresa abbondanza – interazione – risorse, soffermandosi sugli aspetti più significativi che la spiritualità promuove nel mondo dell’impresa (ad esempio il perdono risulta una forma profonda di connessione tra imprese). La professoressa María Nazaré Lins Barbosa (Académia Atlântico São Paulo e Found. Konrad Adenauer, São Paulo) ha affrontato la questione della mobilitazione della società per lo sviluppo sociale sostenibile, presentando la definizione di bene comune (tramite il Catechismo della Chiesa Cattolica), un’iniziativa accademica brasiliana di successo (il Curso libre para terapeutas dell’Instituto de Ciéncias de Mente, un corso di filosofia e più precisamente di etica finalizzato alla fioritura umana per persone con problemi di depressione e ansia, con un video sulla comunità di Realengo dove lei stessa ha tenuto lezioni di filosofia), e lo sviluppo sociale sostenibile e l’integrazione. Il professor Carlos Rey (Universidad Internacional de Cataluña, Barcelona) ha tenuto un intervento su scopo, impresa e bene comune: lo scopo forma la narrativa dell’impresa e aiuta le persone a scoprire la loro missione personale; soprattutto, bisogna distinguere quello autentico e sostenibile da quello che non lo è: per essere tale, deve coinvolgere la mente (deve essere conosciuto) e la volontà (deve essere sentito e voluto in prima persona), deve essere fatto proprio dalla persona senza cadere né nel razionalismo né nell’emozionalismo; la vera libertà non è possibilità di scelta ma è costruire la vita. Horacio Fernández Castillo (Deputato federale per la LXV legislatura MC, Messico & Grupo Tajín, Guadalajara), si è concentrato sull’azione politica e il cambiamento sociale nel presentare la Fundación Fratelli Tutti, un modello replicabile che si ripropone di aiutare gente che vive in povertà estrema ed è invisibile; tra i video di accompagnamento, spicca la storia di riscatto di Vera Sanchez, che a 8 anni con la sua famiglia viveva in grave povertà. Ha chiuso la mattinata Felipe Pearl Zorrilla (consigliere, GT Global, Tampico) che ha considerato come lavorare per l’ambiente sociale, prendendo le mosse dalla storia della conquista del Sudamerica e in particolare dall’impegno dei francescani per diffondere educazione, cultura e igiene presso gli indios (la prima opera sociale fu il Colegio de la Santa Cruz), e ha sottolineato che la missione sociale dell’impresa è una missione permanente. 

La empresa del bien común
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Dopo l'incontro con il reverendo don Mariano Fazio, vicario ausiliare dell’Opus Dei e vicecancelliere della PUSC, il gruppo è tornato in sede per la sessione pomeridiana. Il professor José Diez Deustua (IPADE Business School, Ciudad de México) ha posto la domanda cosa significhi essere un buon imprenditore e come renderne più degno il compito: per formare imprenditori, bisogna investire nelle persone (anche creando posti di lavoro); bisogna lavorare come persone, vale a dire in quanto a immagine e somiglianza di Dio e offrendo perciò il proprio lavoro a Messa (l’intervento si è soffermato in particolare sulla dimensione quasi-sacramentale del lavoro e sul testo, particolarmente significativo, dell’offertorio). Fernando Canales Clariond (ex governatore di Nuevo Léon, México) si è dedicato al delicato tema del rapporto tra impresa e Stato, soffermandosi sulla sua personale esperienza elettorale e su come già il profilo necessario per essere un buon candidato sia in realtà diverso da quello necessario per essere invece un buon governante, che deve essere caratterizzato da un forte senso di responsabilità. Luis Enrique Terrazas Seyffert (Grupo GCC, Chihuahua) si è soffermato sul tema del bene comune degno e in particolare di qual è il salario degno per tutti nell’impresa, portando come specifico contributo la prospettiva dello stato di Chihuahua, nel Norte México, e delle necessità economiche della famiglia media (4 persone), le quali spesso non sono soddisfatte, tanto che si trovano famiglie che rimangono povere per generazioni. Juan José Sierra Álvarez (vicepresidente nazionale Coparmex) ha parlato dell’impresa come veicolo di sviluppo inclusivo, presentando in particolare cosa può fare Coparmex a questo scopo; l’esigenza di partecipazione dei cittadini al governo impone anche di riflettere su come generare cittadinanza responsabile con le buone pratiche dell’impresa, le quali devono mirare a diffondere la cultura. La giornata si è conclusa con un breve discorso finale del medesimo José Medina Mora e con l’incontro con il reverendo professor Luis Romera, già rettore della Santa Croce.

Il secondo giorno, le attività sono proseguite con l’intervento del professor Álvaro Lleó (Universidad de Navarra, Pamplona) sul modo di umanizzare le organizzazioni tramite lo scopo che si propongono (il tema dello scopo è molto studiato in questo momento): dopo aver spiegato perché lo scopo è importante e in cosa consiste, ne ha indagato il perché: è molto più di una meta, si condivide con altri e, costituendo un vincolo, rende coscienti delle relazioni, coinvolge identità (che è relazionale; definire lo scopo implica riflettere sulla propria identità), senso e missione. Basandosi sulla Strength Frame Theory, è importante prima definire lo scopo e poi dichiararlo, far sì che le persone coinvolte lo conoscano e lo interiorizzino condividendolo con la forza dell’esempio, e che diano il loro contributo. Il professor Juan Manuel Mora (Vicerettore per la Comunicazione, PUSC) ha trattato dell’ascolto, tema fondamentale della comunicazione grazie alla tecnologia odierna, il quale è diventato una dimensione strategica. Hanno sempre maggior importanza realtà intangibili come credibilità, coscienza, scopo, reputazione. Quest’ultima, in particolare, non può essere controllata ma solo meritata, però bisogna conoscerla, ascoltando tutti gli stakeholders, come è stato fatto all’Universidad de Navarra con gli studenti; bisogna poi prendere decisioni di conseguenza e dare un feedback agli stakeholders stessi. Renata Nascimento (Instituto de Ciudadanía Empresarial, São Paulo; Grupo Camargo Correa) ha presentato il suo Instituto, il cui progetto mette in relazione mondo accademico, impresa, politica ed è incentrato sulla costruzione di modelli di business che cambiano il mondo, risolvendo problemi sociali e ambientali; i loro valori sono ascolto attivo, collaborazione, visione sistemica: rafforzamento dell’ecosistema, innovazione sociale. Inoltre ha riflettuto su quanto le imprese possano fare, da questo punto di vista, per il bene comune, gestendo il terzo settore e sostenendo lo sviluppo locale. Carlos Labarthe Costas (Grupo Gentera, Ciudad de México) ha esposto la filosofia del suo gruppo (scopo, credo, mistica), riflettendo altresì sulla generazione di valore come impresa per ottenere successo come paese: il fine dell’impresa è promuovere il bene comune, il che richiede una visione integrale della persona. Non bisogna cercare di essere l’impresa migliore del Messico, ma la migliore per il Messico, ossia bisogna servire. Si tratta di giungere a una generazione di valore totale: sociale, economico e umano. Il gruppo impiega la metodologia per la fioritura umana adottata ad Harvard: le persone che sono in un processo di fioritura personale danno i risultati migliori. Lourdes Gomory Martínez (Presidente nazionale Unión Social de Empresarios de México, Yucatán) ed Eugenio Cárdenas (Silvana Grupo Acopol, Guadalajara) hanno parlato dell’impegno sociale imprenditoriale, soffermandosi sulla povertà nell’impresa e le difficoltà delle famiglie e l’indagine a riguardo e su come cambiare la cultura di un paese. Gerardo Sánchez Sendra (Estudio 3.14, Guadalajara) e René Salgado (Concavus, Guadalajara) si sono soffermati rispettivamente su come una piccola impresa di design possa contribuire al bene comune, riflettendo ad esempio sulla collaborazione con il nemico (conoscere l’altro e la sua agenda e sommarla alla propria); e sulla costruzione del bene comune tramite reti e gruppi con una visione condivisa: la differenza tra filantropia e carità è mirare a Cristo (siamo fratelli non per essere brave persone ma per essere santi).

Nel pomeriggio, il professor Joan Fontrodona (IESE Business School, Barcelona) si è chiesto, dal punto di vista della Dottrina sociale della Chiesa, se è possibile una nuova economia. Soffermandosi sulla differenza tra logica del mercato, logica dello Stato e logica della società civile, ha indicato l’impresa come un’organizzazione sociale che ha come scopo contribuire al bene comune, il che si articola in una missione interna (lo sviluppo personale) e una esterna (il servizio). Il problema, con Benedetto XVI, non come distribuire gli utili delle imprese ma introdurre la gratuità nell’impresa, ponendo le persone al centro dell’attività economica. María del Rosario Carvajal (Fundación Carvajal, Cali) ha presentato la fondazione e il suo rapporto con la Carbajal, di cui è socia, soffermandosi sulla sua eredità e sul suo scopo: occuparsi di popolazioni povere e vulnerabili, geograficamente collocate soprattutto nel sud della Colombia. José Miguel Torrebiarte (Grupo Cementos Progreso, Ciudad de Guatemala) e Stephanie Ann Mellville Molina (Grupo Cementos Progreso, Ciudad de Guatemala) hanno presentato la loro piccola impresa e la loro storia, anche tramite video: sono una famiglia molto vicina all’impresa e ai lavoratori e la loro missione è lasciare un’eredità per il futuro, non solo generare profitti per sé. Ricardo Mewes (Confederación de la Producción y del Comercio, Santiago de Chile) ha trattato di responsabilità sociale e sviluppo umano integrale. Ha avuto l’onore di chiudere brevemente gli studi José Medina Mora, che, sottolineando la bontà del MDI (Modelo de Desarrollo Inclusivo), ha sottolineato l’importanza di mettere la persona al centro, di integrare tutti e dell’impresa come vincolo del cambiamento. Le due giornate si sono concluse con una cena finale.

Il terzo e ultimo giorno, la mattina è stata dedicata all’Udienza generale di papa Francesco, tenutasi in Aula Paolo VI alle ore 9:00. Nonostante lo stato di salute non eccellente, che ha imposto di rinunciare all’esposizione della propria riflessione in prima persona, Sua Santità in conclusione ha intonato il Pater noster e impartito la benedizione apostolica. Alcuni imprenditori del gruppo hanno avuto il privilegio di poterlo salutare direttamente di persona. Nella seconda parte della giornata è stato possibile visitare il seminario diocesano Sedes Sapientiae dove risiede il reverendo professor Mendoza, ivi Prefetto degli Studi, e incontrare alcuni seminaristi che parlano spagnolo e hanno raccontato la loro vocazione e le loro esperienze di vita e di studio in PUSC a Roma.

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